Ma certo parenteDell'amore sei tu, simpatia.
(Autore qualunque).
Chi è quel tale dal volto sereno e dalla fisonomia attraente? Non lo conosco!.... Ma i miei cani non abbaiano scorgendolo, ed i miei bimbi - così ombrosi alla vista d'uno straniero - non solo non lo fuggono, ma lo lasciano avvicinare, ridenti, come se da molto lo conoscessero, e ne accettano graziosamente le carezze; si siede e si gettano tra le sue ginocchia, come se di consuetudine! Io stesso, non so perchè, sono da lui attratto, e fissandolo cesso d'esser burbero, perdo la naturale mia malinconia, e ne risento piacere: quasi, se non temessi d'esserne ripulso, lo abbraccerei!
Che volete: è simpatia! Non so se l'occhio del perverso possa suscitarla coll'arte di fingere! In quel caso io sarei preso nella rete dell'inganno, poichè su di me è possente l'effetto simpatico del volto di un uomo onesto.
«Dirai a Castelli ch'io l'amo» dicevo bambino ad un mio amico che recavasi presso il summentovato, che avevo veduto una volta sola e che mi aveva suscitato simpatia.
Un'altra volta per il figlio di un cocchiere, che i miei parenti non volevano vedermi frequentare, io quasi divenni pazzo.
Ebbene! tra le nostre tre donne, che a Tivoli per l'abbondanza di cavalli s'eran lasciate persuadere di cavalcare, regnava molta simpatia, massime tra la contessa Virginia e Marzia. La contessa trovava forse la Lina troppo bella? Nel cuor delle belle - con tutto il culto che ho per esse - so regnarvi, qualche volta, dei germi di gelosia, così sottili, così delicati, che nelle anime nostre più rozze sono, credo, impercettibili.
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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero 1874
pagine 356 |
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Autore Castelli Tivoli Virginia Marzia Lina
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