I preti ed i signori feudali - tutta gente famosa per tale sorta di divertimenti - avevano perfezionato l'opera, sino a guarnirne il fondo con delle punte d'acciaio o di ferro, su cui le sventurate vittime rimanevano inchiodate.
Dopo gli avvenimenti mentovati, e riconosciuto essere il capo degli spiriti quel biricchino di sacrestano, sparito secondo la storia dei preti, e che non fu appiccato perchè i liberi sono una classe di gente che non somiglia agli autocrati ed alle loro spie, i satelliti sitibondi di sangue; dopo aver constatato anche essere gli spiriti minori altrettanti birbanti di cafoni che accompagnavano il sacrestano per la mercede di poche lire, dopo tutto ciò, dico, il colonnello Chiassi abitò il castello col suo stato maggiore, sino all'arrivo dei fratelli feriti, a cui tutti gli appartamenti furono ceduti.
Alla richiesta loro, Virginia e Marzia, furono collocate nella stessa stanza. Esse soffrivano molto per le gravi ferite, aggravate ancora da una marcia disagiata. Comunque, tanto era l'affetto scambievole delle due vezzose donne, che sembravano mitigare le loro sofferenze colla vicinanza.
Pallidissime, colla nera capigliatura sciolta, i grandi loro occhi nerissimi, torbidi dai lunghi patimenti, contemplavansi reciprocamente, senza articolar parola. Marzia poteva veder la compagna senza muoversi, perchè ferita nell'omero sinistro, essa appoggiavasi, per soffrir meno, sul destro. Non così Virginia che, per vedere la sua Marzia, doveva faticare cogli occhi soverchiamente inclinandoli, poichè ferita nel bel mezzo del petto, era obbligata di stare supina, coll'ingiunzione d'immobilità assoluta, posizione necessaria nelle ferite gravi, e raccomandata dai chirurghi: terribile però, per chi deve soggiacervi molti mesi.
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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero 1874
pagine 356 |
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Chiassi Virginia Marzia Virginia Marzia
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