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      - ed il furibondo rimorso che lo dominava e lo tratteneva indietro.
      Muzio, che, seduto al capezzale della donna amata, s'era accorto della fissazione di lei verso la porticina, e dei tremiti convulsi, indovinò finalmente, che qualcuno spiava da quella parte. Alzossi ed incamminossi per vedere chi era. Non l'avesse mai fatto: la contessa, con un grido straziante, chiamò: «Muzio!..... non andate da quella parte: un fantasma!... la morte!... » e ricadde un'altra volta svenuta.
      Molto stentossi per richiamare quell'avanzo di vita, che, gradualmente si spegneva, e che si procurava di prolungare, con cordiali, per alcune ore, e con un quasi continuo abbeverarlo, essendo le fauci aridissime.
      Povera Marzia! qual era lo stato dell'anima tua gentile, in cotesti dolorosi frangenti! Anche tu mortalmente ferita, non erano i fisici tuoi dolori che più ti amareggiavano; ma bensì i patimenti della madre tua. - Essa, dibattevasi negli ultimi aneliti della vita, ed avvicinavasi a quello stadio d'insensibilità che preludia la morte. Il di lei delirio appannavale la vista, al punto di non distinguere la falce sospesa su l'essere suo - la condanna di morte sua; dipinta su tutte le fisionomie, dal chirurgo che l'aveva abbandonata alle curatrici gentili, sino al diventato stupido credente nella futura apparizione del Messia. - Ma tu, povera Marzia! tutto discernevi: spasimi, dolori, convulsioni! E, tutto discernendo, tutto sentendo, tu non potevi sollevare quell'amato capo, quell'adorato volto che un bacio tuo avrebbe beato!


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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