Ma era sogno, poichè, svegliata, io avevo la coscienza di non meritarla tale felicità! d'essere indegna della preziosa amicizia tua, e dell'amore d'un tanto prode! Un presentimento, che si avvera oggi, però, mi faceva tranquilla ch'io non sarei giunta ad infestare la santità della vostra dimora, e prostituire il letto maritale di questo mio valoroso, a cui chiedo, coll'anima, perdono, d'essermi lusingata della ventura di farmi sua. - Lina! stimolata dal tuo coraggio, io t'ho seguita da vicino, e fedele, su venti campi di battaglia; il tuo esempio, certo, mi solleticava, ma ora ti dirò ciò che non sapevi. - Sappi, adunque, che non solo la causa santa del nostro paese mi stimolava al pericolo, ma anche il desiderio di finire una vita abborrita e contaminata. Se mi sono esposta, non v'è dunque merito, e vado superba di morire della morte dei prodi! Non sdegnate, o miei carissimi, di bearmi con un ultimo bacio d'affetto!»
Marzia accennò colle labbra un bacio verso Lina, - e avuto il contraccambio da questa, imitata da P..., e dai cari presenti - non articolò più parola, e passò tranquilla all'infinito!
L'esequie delle due carissime donne - madre e figlia - ebbero luogo senza pompa. Ognuno degli avanzi dei trecento volle accompagnarle all'ultima dimora - con Chiassi e tutta l'ufficialità sua. Un incidente inaspettato, però, quasi tradusse in tragedia la pia cerimonia.
Mentre il convoglio passava sotto le finestre del manicomio, uno de' suoi abitatori precipitossi da una delle più alte, nella strada, e per fortuna cadde, senza offendere i passanti, fracassandosi il cranio sopra il selciato.
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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero 1874
pagine 356 |
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Lina Chiassi
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