Di libertade le falangi, e placidiPotea sonni dormir la non armata
Folla di donne e di fanciulli, quandoL'Itala Legïon copría le mura.(20)
Tojes, prode dei prodi, a noi fratelloNelle battaglie, ove la patria tua,
Scevra di gare, un dì ricordi il braccioPiù valoroso de' suoi figli, il forte
Che più li valse nel periglio, un sassoErgerà almen sulle reliquie sante
Di chi morì per essa e di chi l'elsaPorger sdegnò del mercenario al grido,
E si trafisse, all'Utican simíle,
Al servir preferendo inclita morte!(21)
CANTO VRIO-GRANDE
Pria di lasciar l'Americano lido,
Ad altra terra io devo un cenno, un segnoChe mi ricordi ai prodi, intemerati
Figli del Continente(22). All'Oceàno,
Quando prima affidai la venturosaTempestata mia vita, alle cocenti
Dell'Ianeiro approdai sponde ospitali.
Ivi un impero, e schiavi ed insoffrentiPopoli del servaggio. Incarcerato,
Di Santa Croce nell'oscuro speco(23),
D'Italia un figlio, di color che il Mondo
Trovano angusto, e libertà dovunqueSanta. Il fatal delle battaglie evento
Condusse al piè dell'Imperante un stuoloDi generosi Rio-Grandensi e seco
Il mio fratello Zambeccari(24), illustreTra gl'Italiani illustri. Il fier vessillo
Repubblicano mi affidaro, e 'l sciolsiPrimo sull'Oceàno. Allorché il laccio
Ove m'avvinse la fallace fedeDe' Governi del Plata infransi(25), e il sole
Di libertà risalutai sull'ormeDel valoroso Ligure(26), le terre
Toccai del Rïo-Grande, ove tremendaFerveva inegual lotta tra le immense
Falangi dell'Impero ed i valentiDi libertà campioni; asilo e ferro
Trovai tra questi ed imparai siccome
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Carme alla Morte
Poema autobiografico
di Giuseppe Garibaldi
Zanichelli Bologna 1911
pagine 105 |
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