Setta ci perseguiva dalle spondeDel Varo all'Adrio, ove per poco il nerbo
De' miei migliori all'Ottomano lidoEra respinto(70). Il prete-re tal sorte
Già avea deciso, allorché Roma, stancaDi menzogne, il maggior de' suoi Ministri
Immolava, e la schiera de' proscrittiAlle Romane squadre assocïava.
Sacra memoria del passato, immensaRuina di due mondi, il tuo recinto
Sembra la culla del Creato. AccantoAl simulacro della pietà umana,(71)
Intiero, intatto, il cadavere sorgeTrastullo de' Tiranni(72). E sorge il padre
Dell'umane grandezze(73) accanto al bucoFetido del mendico, e nell'ammasso
Accatastato delle tue macerie,
Tutto spira di grande, e le miserieEd i delitti, che t'han fatto serva!
Io ti vidi fanciullo! e la tua imagoCome sul bronzo si scolpì nel cuore
Incancellata. Tra i confusi e sparsiDi giganti rottami, il giovanile
Mio senno s'ispirava e forse il pocoOprato a quel fascíno io tutto devo!
CANTO IXROMA
Quattordici anni conta la malvagiaD'un tiranno fazione, all'urna il voto
Fu d'un intero popolo, e menzognaIl proditor rapace, alle non salde
Mura condusse(74). All'insolente cennoDi resa, un pugno di guerrier rispose
Col ferro e sul Gianicolo di fronteSpinse i suoi formidabili, e se ria
Fortuna a Italia non negava un genio,
Oh! sin d'allor dalla Sicana terraAll'Alpi, sgombro avria l'estraneo e forse
Questa chiamar dovria «Terra di vivi»(75).
Forato è il poncho(76) e sotto la mia rossaCamicia, il sangue gronda. Un Franco piombo
M'avea tastato il fianco, e Bonaparte
Fu mal servito per la prima volta!
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Carme alla Morte
Poema autobiografico
di Giuseppe Garibaldi
Zanichelli Bologna 1911
pagine 105 |
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