Tra i primi un posto e salutar tra i primiIl santo giorno, che l'Italia sgombra
Sia da ladroni e che non più lamentoS'oda d'oppresso sulla nostra terra.
Di Buonaparte s'introduce l'osteNella città de' preti. Il nuovo Brenno
Guarda invano e impaurito, se un Papirio
Od un Manlio, agguatato, colla destraSulla daga il trafigga o lo minacci.
Invan! Tutto è grandezza in quel recinto,
Ma di reliquie! Nelle vie calpesteDai padroni del Mondo un popol geme
Che si chiama Romano e simulacroAltro non è. Ove l'antico al carro
I vinti regi trascinava, il nuovoCenci trascina e vilipende. I forti
Che moriron per lui sono insepolti,
E i pochi avanzi mutilati o priviDi libertade, incatenati e chiusi
Nelle infernali bolgie, ove a Satàna
Porge culto il Levita ed alle gentiNasconde, infame inquisitor, nequizie
Per cui s'oscurerebber le divineLuci del sol, se di tenebre orrende
Non fosser carche e nel sepolcro avvolte.
CANTO XRITIRATA
Prosegui il tuo cammin, Proscritto; un pugnoTroverai sempre d'insoffrenti il peso
Delle catene. Invano la birragliaDi quattro Re t'insegue!(80) Il santüario
Che porti in cuore per l'Italia, infrantoNon sarà questa volta. A dure prove
Tu sei serbato ancor, e degli sgherriTutt'ora i sonni turberai. L'impronta
Del ferro del tuo baio(81), alle regaliStanze stampata, insegnerà a' protervi
Che anche per loro giunge l'ora, e il paneAssaggeran della sventura, e il duolo.
Sono le turbe istupidite. Il prete,
Seminatore di menzogne, accennaAl castigo di Dio; un plauso sorge
Pur tra le moltitudini, al cospetto
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Carme alla Morte
Poema autobiografico
di Giuseppe Garibaldi
Zanichelli Bologna 1911
pagine 105 |
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