Sgherri dell'Austria, insedïati e tronfiNell'Italiana terra. Era preludio
Non disprezzabil di salvezza, e donniDi numerosi legni, alle Lagune
Potriasi giunger. La fortuna intantoNon cessò di esser ria. Un temporale
L'onda infuriò dell'Adrio, e nell'angustaFoce i marosi accavalcati e infranti,
Ostinata barriera a' perseguiti,
Spumeggianti innalzavan. E la funeDe' ferri, infranta(87), alla balìa dell'onde
Ributtava i bragozzi(88) e il periglianteDe' miei compagni pugno alla mercede
Dell'Austro numeroso e non lontano.
Ad altra strage era serbato il fidoDe' superstiti nucleo! Io navigava
Alfin coi pochi, e sullo stesso pinoCongiunti aveva la dolente donna,
Il Bassi e l'integerrimo tribunoDella Romana plebe, il valoroso
Ciceruacchio(89), e due diletti imberbiFigli di lui. Io contemplava muto
Quei cari, e alla consorte un sorso d'acquaPorgea, conforto miserando e solo
Alla fuggente vita.
Era un tramontoCome ne' dì più fausti, e nel mio cuore
Amareggiato dalla dolorosaScena presente, al primo nato e bello
Figlio della Natura il mesto sguardoRivolsi; a lui che riverente e lieto
Io salutavo ne' prim'anni, quandoFiglio dell'onde il tramontar o l'alba,
Religioso, io salutava... ed ora
«L'ultima sera tu segnar potessi
«Di questa vita sciagurata e nulla!»
E tu, sollievo del dolente, o Dea
Propiziatrice della notte! il latteoTuo disco sorge a confortar sovente
Il nocchier perigliante e lo smarritoVïator del deserto. In questa notte
Ben fosti avversa all'infelice(90), e nunziaAi masnadieri d'un tiranno! Il tuo
Chiaror scoperse ai perseguenti i legni
| |
Carme alla Morte
Poema autobiografico
di Giuseppe Garibaldi
Zanichelli Bologna 1911
pagine 105 |
|
|
Austria Italiana Lagune Adrio Austro Bassi Romana Natura Dea
|