«Ite, foriero d'un tiranno, i doni
«Vostri disprezzo! Alla corrotta schiera
«Dei ciondolati i doni, e sole a noi
«Bastan di pan e ferro le dovizie.
«Oh! se reietti, malarmati e sconci
«Ci condanna chi regge, ei sa che Italia
«Non lui si serve dalla coraggiosa
«Gioventù, che mi segue. Al coccodrillo
«Che mi vuol suo, dite: che questa destra
«Io mozzerò pria ch'essa serva al vile
«Scellerato disegno e pria che il patto
«Della mia terra, barattier, io segni.
«Tenti la Volpe i Moderati e campo
«Vasto trovar può tra color, che al ventre
«Adoratori si prostran; ma in questa
«Pur sventurata Italia, ove s'accinga
«In quella parte che si chiama plebe,
«Ah! colla fronte sollevata, il giuro!
«I discendenti dei Fabrizi(132) altieri
«Ancora ei troverà, e le fallaci
«Calpesteranno sue promesse e... un giorno
«Vendicheran su quell'infame i guai
«Trilustri e la vergogna d'esser stati
«Servi a servile masnadier codardo!»(133)
Donni noi siam dell' occidental spondaDel Garda e l'Austro, impaurito, adocchia
La rossa giubba. Il suo naviglio infestaL'Itala sponda, e un dì, sulla riviera,
Mi risovvenni d'esser nauta e i fluttiAver solcato da corsaro. Agguato
Teso all'incauto incrociator nemicoIn imboscata fu travolto e tetro
Spettacol diè sotto l'inesorabilBronzo ignivomo, e il capovolse e seco
Nel pelago affondò l'intiera ciurma(134).
Non è libera Italia! eppur compitaDegl'Italiani è la missione!... Il donno
Così comanda: «A Solferino ho vinto
«Ïo, non voi; eccovi il suol Lombardo
«Da me conquiso ed io mi pappo Nizza
«E de' Sabaudi le colline, il sacro
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Carme alla Morte
Poema autobiografico
di Giuseppe Garibaldi
Zanichelli Bologna 1911
pagine 105 |
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