Vi chiama all'armi, la fatal favellaDi chi patteggia rintuzzate, il pravo
Martellate vampiro a cui mill'anniVoi dovete d'ignavia, e non posate
Nella guaina il sacro acciaro infineChe non sia terso di briganti tutto
L'appannaggio, che diede a voi Natura.
Pace è conchiusa e siamo schiavi! I tardiS'affollär or sotto l'insegne(137), e i Regi
A trastullarli, bersagliati e stanchi,
Al focolar li rimandano. Un gridoNe risuonò di sdegno. Invano! Il patto
Avean compiuto i barattieri, e comeMerce avean tratto popoli al mercato.
CANTO XVIILA TOMBA
Esausto è il campo del da far. Al centroSi voli, ove son schiavi e sacra via
Si ritrovi di Roma, ove giurammoDi non lasciar nelle vergogne Italia!
Rifà, proscritto, il tuo cammin, ben noto,
Dalla sventura segnalato, e l'ossaCerca di lei, che fu compagna fida
Alla tua vita avventurosa e tantoAmata Madre de' tuoi figli, e reca
Quei resti informi al sarcofago umíleOve sepolti i tuoi Maggiori. Il pio
Abitator delle Lagune aveaIn serbo le reliquie, e co' miei cari
Pietosa cura ci raccolse accantoA quel santo ferètro, e ci curvammo
Umide le pupille e taciturni.
Immane rabbia de' potenti, a questaPovera creatura i tuoi capricci
Funestaron la vita! E quanti sonoDe' milïoni condannati al sozzo
Brutal prestigio di tiranni? E il turpeDeïficar plebeo, al plauso pronto
D'ogni laidezza umana, che si chiamiPer vergogna dell'anima co' sacri
Nomi di gloria e di grandezza? InfamePatteggiator di Nizza, il grande arcano
Conosci tu delle stoltizie e il vanoDi gloria culto di quel scimunito
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Carme alla Morte
Poema autobiografico
di Giuseppe Garibaldi
Zanichelli Bologna 1911
pagine 105 |
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Natura Regi Roma Italia Madre Maggiori Lagune Nizza
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