Sulla soglia la belva, i vanitosiCrearon gare ed a codarda posa
S'adagiaron fidenti. Il vigilanteLadro, frattanto, li guatava e baldo
Fatto da' vizi di color, ripiombaSulle turbe non caute e le sbaraglia
E le rituffa nell'obbrobrïosoServaggio a cui, con tanto sangue sparso,
S'eran sottratte.
CANTO XXIMILAZZO
Questa volta il sacroSiculo suol sarà purgato e terso
Dall'infeste masnade. Un pensier soloDomina qui le valorose schiere
De' discendenti di Legnano e i prodiDi Procida nepoti. I piani aprichi
Di Milazzo vedran correr a fiumeL'Italo sangue ancor, e la vittoria
Non tradirà di libertà il vessillo.
Invan s'agguatta l'oppressor, copertoDa merlati ripari, e la tenzone
Prolungan le difese. Invan del mareEgli è padrone ancor. I coraggiosi
Liberi figli dell'Italia il varcoHan superato, e sul sinistro fianco,
Colto il nemico a freddo ferro e involto,
Sin nella Rocca lo han sospinto. Un fieroConflitto fu cotesto, e per sciagura
Dell'Italïa, italo tutto il sangueIn seno sparso della Madre! Il giorno
Ove tanto valor, ringhiosi! il tergoVolga dello stranier, per sempre il cielo
Sorriderà su questa venturosaPredilezione del Creato.
Oh! quandoAnsante il passeggier sulle ruine
Dimanderà di lor, che per l'Italia
Seminâr l'ossa dal Cenisio all'Etna,
Deh! in queste plaghe un sarcofago accenniOve cadetter tanti prodi. E voi,
Donne gentili, e per bellezza conte(147),
Allorché il giorno della sanguinosaPugna ritorni a ricordarvi il fiero
Virgineo volto di quei generosiMiei guerrieri compagni, ai pargoletti
Segnate il letto degli eroi.
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Carme alla Morte
Poema autobiografico
di Giuseppe Garibaldi
Zanichelli Bologna 1911
pagine 105 |
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Legnano Procida Milazzo Italo Italia Rocca Italïa Madre Creato Italia Cenisio Etna
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