«Membra di donne e di fanciulli, sparse,
«Accatastate nelle piazze, e i pozzi
«Di Cajenna carname e le rovine
«Dell'eterna città, ove gli stolti
«Calpestai demagoghi e questa sacra
«Fonte del divin dritto in piè riposi.
«Ma non dan tempo, questi scapestrati
«Di nulla preparar, e come lampo
«Trascorron l'ampio spazio e non li ferma
«Ostacolo verun! — «Io supplir posso
«Al tuo difetto - ripiglia il parente,
«La maschera appartando - e le frementi
«Provincie, al suon delle mie trombe, il grande
«Liberator acclameranno, e tolta
«Così gran possa all'Invasor. E pronto
«Sottil veleno tra i suoi stessi, e agentiDovunque a provocar le plebi, e clero
«E moderata feccia, sol preziosa
«Libertade la nostra, intoneranno,
«Tempestosa Repubblica coloro
«Voler soltanto. Numerose schiere,
«E le più fide, spingerem nel mentre
«Verso il meriggio a liberar..., s'intende
«Noi da' focosi demagoghi, e dare
«A lor battaglia, quando già minati
«Saran da' veltri miei più astuti e scaltri
«Tra le proprie lor fila. Oh! sì, rispondo
«Del risultato: l'avversario Duce
«È a me ben noto! Ei non verrà a cimento
«Colle mie squadre: italo sangue aborre
«Versar, e Italia rigettar nei rischi
«Di civil guerra». - «A noi guerra intestina
«È vantaggiosa!» un barattier soggiungeDal doppio occhiale. «E senza questa, il gonfio
«Popol de' suoi trïonfi incontentabile
«Saria. E stanco e dissanguato ai nostri
«Piedi il vogliam, riconoscente e umíle»!
Grande! lo proclamâr le turbe il nuovoDella menzogna sacerdote, e forse
Là nel sacrato, ove d'Italia i sommiSono raccolti, la mendace schiera
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Carme alla Morte
Poema autobiografico
di Giuseppe Garibaldi
Zanichelli Bologna 1911
pagine 105 |
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Cajenna Invasor Repubblica Duce Italia Italia
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