Dell'Italiana Libertade il cantoRimbombava solenne, io, silenzioso
Me ne starò tra i tuoi cespugli e nuovaInvocherò generazion più ferma
Al maneggio dell'armi e più decisaA non lasciarsi abbindolar da falsi
Archimandriti delle genti, involtiNella cappa di piombo(152) e col mentito
Di Libertade sacrosanto nome!
CANTO XXVIIISARNICO
Un dì tra i massi di granito ascosoE meditando - che meditar mai
Se non d'Italia e de' suoi danni? – apparveVenerando un canuto(153). «Agl'inesperti
Disse, «solletichiam la voglia al tiro
«Di carabina! E tu, cui fede appone
«La generosa gioventù, consenti
«Accompagnarmi» - All'affamato il ciboPorse il valente precursor, d'un uso
Di libertade salvatore, e grazieDiedi all'illustre amico, inosservato
Da chi regge l'Italia, perché forseNon può di Corte l'atmosfera impura
Virtude sopportar, e l'abbaglianteFeritor sguardo d'un onesto l'occhio
Non consente del servo ciondolato!
Addio, Caprera! Un'altra volta il vecchioDestin d'Italia io vo' tentar. Paziente
Fui pedagogo in altri tempi, ed oraNol sarò io, che non d'una vita
Si tratta, ma di un popol che redentoDovria, non servo, rimaner nel lezzo
Di secolar lordura?
Il trïonfanteChe m'importa passaggio tra le folte
Itale genti festeggianti, e il plausoDel poco oprato per color? Il destro
Giovane tirator, allorché oppresso,
Contro tiranni pugnerà, capaceChe sia d'uccider chi l'opprima, è vero!
Ma io, che sento tal possanza in questaGenerazion di forti, e che di ferro
Freddo fregiata abbia la destra, e il cuoreCome batteva in S. Antonio, oh! basta
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Carme alla Morte
Poema autobiografico
di Giuseppe Garibaldi
Zanichelli Bologna 1911
pagine 105 |
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