M'hanno, e deriso, e abbandonato alfineDe' padroni al capriccio e rinnegato!
CARME ALLA MORTEED ALTRI CANTI INEDITI
(DALL'AUTOGRAFO)
ALLA MORTE.
Il disprezzo della morte è vittoria.
MAMELI.
Salve! o Ministra dell'Eterno, alteraRegolatrice degli Umani, o Morte!
Salve! Vendicatrice dello schiavo,
Incubo del tiranno. Allorché il dardoTuo percuote il potente ed all'immondo
Verme ne porge le reliquie, il teschioD'un tapino non sembra? E rose meno
Ne sono l'ossa dalla vecchia falceInesorabile del tempo? I resti
Ove son lor dell'Imperante Augusto
E de' servi l'augusto, intemeratoSpartaco? Il figlio della gleba al tuo
Banco si siede del sovrano accantoE pari a lui che lo sprezzava. Indarno
Ebbe indorato il catafalco e i ceriInnumerati. Puzzolento, forse
Più della salma dello schiavo, è il lezzoDi chi trescò nelle lascivie e il lusso
D'inutil vita e dissoluta e prava,
Benché di marmo la funerea mole.
Sublime idéa del passato, o Roma!
Gran sarcofàgo dell'Italia e cullaDelle speranze sue, Eterna e sola(157)!
Splendida imàgo della morte e cuoreDi milïoni, palpitante, immenso!
Son le tue zolle sante, ed i tuoi colliTempli! Ove l'uom che ne respira l'aura,
Se non risente dignità, la cretaSortiva dello schiavo ed al bastone
Dallo stranier dannato. Io, quando imberbeVisitai le tue tombe e le giganti
Tue macerie evocai, i catafrattiTuoi guerrier m'apparian infra i frantumi
De' rovinati mausolei, dimessiE vergognati della stirpe imbelle,
Ch'or passeggia mendica in quelle stesseVie già solcate dal trionfo, u' i regi
Eran del mondo, trascinati ai carri
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Carme alla Morte
Poema autobiografico
di Giuseppe Garibaldi
Zanichelli Bologna 1911
pagine 105 |
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