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      De' superbi Quiriti, ove la sorteDelle nazioni si segnava, e i donni
      D'oggi sottratti dalle selve ai donniD'allor servivan di trastullo. Insania
      Di tutti i tempi! Dove il suo simíleNon s'affratelli l'uom, ma le dovizie
      Strappi, insolente, all'arator de' campiE lo condanni a miseria perenne
      Non avrà quiete il mondo, e libertadeEd uguaglianza gli darà la morte.
      «La Nave affonda, i palischermi pochi(158)
      «Per i fanciulli e per le donne appena».
      «Io temo, o capo de' guerrier, de' vostri
      «L'affollarsi e il sommergersi d'ognuno».
      «Non temer, Capitan, son dalla Morte
      «Questi miei fidi già provati, e fiera
      «Per quanto sia, l'affronteranno impavidi
      «Come sui campi di battaglia ». Il fischioS'ode del capo della crew,(159) e in mare
      Ammainate le lancie. Il lamentarsiDe' bimbi solo si frammischia al cupo
      Dell'onda tempestar contro i già fessiFianchi del Birkhead; ma da una sola
      Voce de' fieri sprezzator di morteNon è turbato il doloroso addio,
      Ch'agli sposi ed ai padri invia piangendoLa galleggiante turba. E l'arma al piede,
      Con fronte altera, come di trïonfo.
      Si sommergon quei prodi! O Morte, dimmi:
      Se mai più bella Legïon, più fieraNel tuo sen raccogliesti? E se la Madre
      Degli eroi del naufragio allo stranieroPotrà giammai la bellicosa, altera,
      Piegar cervice con cotanta prole?(160)
     
      Sono i fratelli di Sicilia afflittiDa flagello mortal, perché flagello
      Sono i tiranni! Alcuni audaci han scossoDella morte il pensier, e su pei monti
      Sfidan di sgherri le coorti, e folteLe hanno affrontate. Il masnadier di preda
      E di strage s'inebbria.


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Carme alla Morte
Poema autobiografico
di Giuseppe Garibaldi
Zanichelli Bologna
1911 pagine 105

   





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