O Montanari!
Fratello mio di glorie e di sventure,
Tu nuotavi nel sangue! «Il tuo sentiero
«Segui fatato, egli mi disse. Il trono
«Crollerà del tiranno, e se di questi
«Mille l'Italia seguirà l'esempio,
«Altri tiranni ed altri troni in polve
«Vedran le genti. Io fui tra quei che denso
«Ti coprîr baluardo ed alla Morte
«Sorrisi, fidanzato, e tu, cui sorte
«Destinò guida a gioventù bollente,
«Di morte a lei favella e morte sola
«È lo spavento de' tiranni(164), amica
«Consolatrice dello schiavo, e conta
«Agl'insoffrenti di catene come
«Per l'Italia si muore. I vizi, il lusso
«Non schiudon via a libertà, ma il sacro
«Ai tiranni tremendo ed ai servili
«A noi sublime culto della morte!»
Serba le sante del fratel reliquie,
Calatafimi! Quando di nipotiGenerazioni non ingrate, i grandi
Che per l'Italia qui seminâr l'ossaRicorderanno, sorgerà una mole
Alto-insegnante alle venture gentiCome si fugan servi e donni.
«Un sasso
«Che distingua le mie dall'infinite
«Ossa, che in terra e in mar semina morte!»
Io chiedeva all'amico, allorché un sensoDi paura invadea la circostante
Turba de' miei compagni, e già nell'ondeDi seppellirmi era deciso. Il torvo
Sguardo rotava ai forsennati e molleA me di pianto il rivolgeva, il fido
Carniglia(165). «Il fral mi pesteran primiero
«Che di posar sulla tua salma l'empia
«Mano, i codardi!» E di leone al pariCustodendo la prole, il nerboruto(166)
Mi copria vigilante e mi lambivaCome la Madre il suo lattante ed era
Dio del ben fatto! come amor celeste.
Sì! tu creasti la gentil celesteAmicizia!
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Carme alla Morte
Poema autobiografico
di Giuseppe Garibaldi
Zanichelli Bologna 1911
pagine 105 |
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