Più di Manara(178) e del guerrier poetaMameli(179), e di Montaldi(180)? Agli Argonauti(181)
O sacro monte, fatal fosti e vaganDe' più prodi di lor le venerande
Ossa tra le tue zolle e forse il piedeDi straniero cavallo le calpesta.
Non per l'Italia si pugnava adunque,
Sulle mura di Roma, o padri eunuchi,
Venditori di Nizza, che le gestaVoi rinnegaste de' caduti eroi
Per la santa difesa? E rinnegasteAdulatori d'un tiranno! O Morte,
Celere varca questa vergognosaDell'Italia epopea di preti e padri
Evirati Dottori e bruttamenteOnorevoli, e falsi mandatari
D'un popolo fidente, e le memorieAd evocar mi serba di valenti
Propugnatori dell'Eterna. E Risso
E Ramorino rimembra, Peralta
David, Mellara, il buon Daverio e Brusco
E migliaia di martiri cadutiColl'Italia sul labbro, e per l'Italia
Vissuti e morti! Il mio cadaver lasciaChe posi accanto a quei miei cari il vespro
Della final battaglia, allorché terseSian le vergogne della Donna antica
Volta ad orgoglio del Creato e alteraTre volte al Mondo Reggitrice e Guida!
Sola quasi speranza ormai tu sei,
Morte, all'afflitta Umanità, che invanoDi libertade si millanta! Il truce
Sol dispotismo libertade anelaPer martoriar i derelitti inermi
Popoli, e progredisce sol nel luttoDell'umana famiglia il prepotente
Dio degli eserciti invocando(182) e, pariConcordi tutti nella strage, i cupi
Dominatori della terra! E soloIn letargo servil dormon tranquille
Le cullate Nazioni, insanamenteDe' consorti il martirio contemplando.
Son le deserte di Siberia zolleUn cimitero di Poloni.
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Carme alla Morte
Poema autobiografico
di Giuseppe Garibaldi
Zanichelli Bologna 1911
pagine 105 |
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