Pasta miglior per comandare i prodiChe all'estraneo oppressor l'ultimo colpo
Martelleranno? E il tuo Pedotti, il riccoErede di fortuna, a cui le molte
Non vietano dovizie illustre Morte
Cercar de' prodi di S. Fermo al campo?
Oh! le belle del Lario abitatriciE di Varese sulle tombe un fiore
Spargeran pie a ricordarli, quandoLa fiorita stagion(184) sull'incantate
Sponde de' Laghi, le festanti turbeChiamerà de' gaudenti.
E Cartellieri
Non men prode, e Battaglia alle pietoseDonne io commendo, ché dell'uom non curo
Finché servo(185), gli ossequi e la preghieraA Dio non grata dello schiavo mai!
Si! Quando Maggio alle ridenti spondeDe' vostri laghi maestosi arrechi
Il paradiso dell'Italia, a loroPensate, o donne, che morir per voi
E per la patria, là sui vostri colli,
Monumenti di gloria. E quella notteBen ricordate, incantatrici e belle
Figlie di Como, che le vie solcateFur dal fuggente Teutono, inseguito
Dalla schiera de' liberi, e recintoUn cavalier da voi, quasi al destriero
Voi lo strappaste. Era cotanto il vostroFremente amor d'una vittrice destra!(186)
Lo stesso dì, nella città dei Vespri
Trascorso un anno sol, molti de' vostriLiberator cadean in zuffe orrende
Contro altri sgherri e li fugavan, prodiCome il giorno del Lario e alle vezzose
Io di Palermo li consacro. Il fieroNon obliate, gentili, a cui la sorte
Il primo posto riserbava e sacroTra i primieri caduti. Egli d'Italia
Non era figlio, ma sulle ridentiRive era nato del Danubio e l'Austro,
Per l'Ungheria sua patria, avea pugnatoIn diverse battaglie.
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Carme alla Morte
Poema autobiografico
di Giuseppe Garibaldi
Zanichelli Bologna 1911
pagine 105 |
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