Meravigliavan l'orbe... il saccomannoM'invadeva la culla, e fui proscritto!
Perché piegato non vedrà il mio dorsoIl più codardo de' tiranni, e privo
Della natia mia terra e calpestatoDe' miei cari l'avello, ed insepolte
Le reliquie de' forti, onor d'Italia,
Salve, o miei morti! immacolato io serboQuel vessillo, che insieme alto sciogliemmo
In cinquanta battaglie e sulle santeZolle, che l'ossa vi ricopron, terso
Lo deporrò. Stanco ed inerte, il pondoMi pesa della vita, e le miserie
Di questo popol non redento, e il sozzoModeratume ingordo, e la baldanza
Di questi Rodomonti, a cui si scorge,
Sotto il gallon dorato, il duro calloDel collare del servo. Oh! mi travaglian
Ed invidio la tomba e l'onorataMorte de' prodi, che le macilenti
Membra non consentir potranno forse!
Ove del frale, che trascino, i restiPiù non giovino a Lei, idolo santo
Dell'intera mia vita, accanto a voiDeh! m'accogliete. La fatal scintilla
Ch'ambi ci spinse tra i rottami e il lezzoDi rovesciati troni, all'infinite
Che spruzzano scintille pel riscattoDell'umana famiglia, io la depongo
A piedi dell'eterno. O non sprezzateOmbre, ch'io amo, de' miei prodi, il frale
E canuto soldato! All'Oceàno
Non spingerò lo sdrucito mio legno,
Sfidando l'onda e l'uragano. È pinoChe più non regge questo alle tempeste!
Quando, curvo dagli anni, Italo! accantoAl focolar t'adagi, in invernale
Stagione, e attorno i nipotini ansantiDi patrie glorie, il non remoto conta,
Glorïoso perïodo di pugne,
Per cui Italia ardì nomarsi questaTerra di guai e di portenti, i nomi
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Carme alla Morte
Poema autobiografico
di Giuseppe Garibaldi
Zanichelli Bologna 1911
pagine 105 |
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Italia Rodomonti Oceàno Italo Italia
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