Grida de' prodi di Marsala. I fastiNe può uguagliar la storia, e superarli
Mai! Ardua lotta disfidâr cotestiVeri figli del Lazio e se più ardua,
Disfidata l'avrian. E chi vi temeSuperbi donni della nostra terra?
Conta che soli, l'emancipatriceTentaro impresa da giganti, e senza
Regale aiuto, checché dica il servoSmerdafogli di Corte, e dei caduti
Rammenta i nomi ai giovanetti!
(FRAMMENTO).
Sono deforme! ed imprecar non deggioIl fattor d'ogni cosa? Intanto, esulta
Accanto a Clara il Cicisbeo, che un'unghiaDel mio piede non vale, e lo contempla,
Illanguidita, quell'ingrata, e un mondoD'affettuosa voluttà rovescia
Su quel volto di marmo, e impietositaNon volge a me, che l'amo tanto, un sguardo
Per cui darei tutto il Creato! A Dio
Non imprecar, deforme! Il simulacroDella bellezza ed il curvato ammasso
Del tuo povero corpo, un fascio, un mucchioD'imputridita polve, u' nemmen l'orma
Del privilegio troverà il sapiente,
Indagando le stragi della morte.
E se non fossi, o Morte? il saccomanno,
Che libertà persegue e nella polveBrama sepolta, il redentor de' troni
E patriarca di menzogna, eternoSe fosse?.... Oh! là nel dosso del tiranno(196)
Inesorabil la sua falce premeLa potente di Dio ministra eterna!
(FRAMMENTO).
Io son plebeo! Sull'incallita destraPorto l'impronta della marra e il tedio
Delle miserie sulla fronte. InvanoM'ingentiliva accanto a Clelia e un cuore
Posi a' suoi piedi, immacolato e caldoCome rovente lava! All'impennato,
Prostitüito sgherro ella s'è dataL'impietosa, la stolta! Alla corteccia
Risplendente, brillante, ella s'accinse
| |
Carme alla Morte
Poema autobiografico
di Giuseppe Garibaldi
Zanichelli Bologna 1911
pagine 105 |
|
|
Marsala Lazio Corte Clara Cicisbeo Creato Dio Morte Dio Clelia
|