(194) Nella mia visita all'Ospedale di Bergamo, il Dottor Barni, che mi accompagnava, mi segnò un giovane dicendomi: «Questo, è il più grave dei feriti». Io m'avvicinai al letto dell'infermo, passai la mia mano sulla sua fronte; e, volendo dirgli qualche parola amorevole, gli chiesi se i suoi parenti lo sapevano ferito e se sperava di vederli. Egli mi rispose: sono esposto!... e non ho parenti...! Tale risposta mi colmò d'inesprimibile cordoglio e di affetto per il povero giovane. Gli domandai il luogo della sua, nascita e mi disse: Genova.
Io raccomandai al Dottore ed al Sindaco, con tutto il fervore di cui ero capace, la sorte dell'infelice e chiedeva spesso notizie da Brescia, ove avevo il mio quartiere. Il giovane di costituzione forte, si sostenne in vita per qualche tempo, ma finì per soccombere alle sue ferite ed io alla notizia ne fui addolorato, come se avessi perduto un figlio!
(195) Ereto, Monterotondo.
(196) Spina dorsale.
(197) I puri non si può negare che abbiano colla diserzione e coi codardi consigli alla gioventù influito assai sulla catastrofe di Mentana. A Talamone essi trovarono i Mille non abbastanza puri e tornarono a casa; a Mentana, per andare a fare le barricate a casa, e che poi non fecero, abbandonarono e tradirono i loro compagni.
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Carme alla Morte
Poema autobiografico
di Giuseppe Garibaldi
Zanichelli Bologna 1911
pagine 105 |
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