Teofilo Gautier fu un vero caposcuola.
I suoi racconti improntati tutti di una originalità bizzarra, sono ancora letti avidamente in Francia, ove ad onta di una venatura di barocchismo, fanno testo di lingua.
È a Teofilo Gautier che si inspirarono, esagerandone forse alquanto i difetti, i più celebri narratori odierni fra cui sommo lo Zola, che del maestro conserva la tradizione in un campo tutto diverso, e con diversissimi intenti.
Mentre Zola con forma squisita scende nelle tane dell'uomo da soma, per descrivercene le miserie, i vizi inerenti, le virtù e il sacrificio; Gautier, eminentemente aristocratico, non si compiace che nel lusso artistico fra i felici della terra...
Jettatura, il romanzo che noi pubblichiamo è fra i più pregiati lavori del poeta francese.
JETTATURA
I.
Il Leopoldo, magnifico vapore toscano che fa il servizio fra Marsiglia e Napoli, aveva doppiata la punta di Procida.
I passeggieri erano tutti sul ponte guariti del mal di mare dall'aspetto del paese, molto più efficace dei confetti di Malta e di tutte le altre ricette adoperate in simil caso.
Sul ponte (nello spazio riservato alla prima classe) v'erano degli Inglesi i quali sforzandosi di separarsi il maggiormente possibile gli uni dagli altri, si creavano intorno, ognuno per suo conto, una barriera insormontabile.
Le loro malinconiche facce erano rigorosamente sbarbate; le cravatte non facevano una piega, i colletti delle loro camicie, rigidi e bianchi, rassomigliavano a tanti pezzi di cartoncino Bristol; avevano le mani imprigionate in freschissimi guanti di Svezia e la vernice di lord Elliot faceva, delle loro calzature nuove, altrettanti specchi.
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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano 1910
pagine 113 |
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