Si sarebbe detto che fossero usciti da qualche scompartimento dei loro nécessaires da viaggio; poichè nel loro corretto abbigliamento non v'era uno di quei tanti piccoli disordini di toilette, ordinaria conseguenza, d'un viaggio.
C'erano là, lords, membri della Camera dei Comuni, mercanti della City, sarti di Regent's street e fabbricanti di coltelli di Sheffields, tutti quanti ben messi, tutti immobili, tutti annojati.
Nè mancavano le donne, poichè le Inglesi non sono sedentarie come le donne degli altri paesi ed approfittano del più futile pretesto per abbandonare la loro isola.
Accanto ad alcune ladies e ad alcune mistress; bellezze d'altri tempi, brillavano sotto i loro veli bleus, giovani misses dai colori di crema e fragola, dai riccioli ricchissimi di capelli biondi, dai denti lunghi e bianchi.
Esse richiamavano i tipi affezionati delle Keepsakes e giustificavano le incisioni d'oltre-Manica del rimprovero di falsità che vien loro spessissimo rivolto.
Queste graziose personcine modulavano col più delizioso accento britannico, ognuna per conto suo, la frase, sacramentale: «Vedi Napoli e poi mori,» consultavano la Guida di Viaggio o prendevano appunti delle loro impressioni sui carnets, senza occuparsi per niente delle occhiate alla don Giovanni di alcuni sciocchi parigini che gironzavano loro attorno; mentre le mamme irritate mormoravano a bassa voce sulla sfacciataggine francese.
Sul limite del quartiere aristocratico passeggiavano, fumando, tre o quattro giovanotti che dal loro cappello di paglia, o di feltro grigio, dalle casacche coi bottoni di corno, dagli ampi pantaloni di traliccio, era facile poter riconoscere come altrettanti artisti; indicazione affermata d'altra parte, dai loro baffi alla Van Dyck, dai capelli inanellati alla Rubens o tagliati alla Paolo Veronese.
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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano 1910
pagine 113 |
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