«Dall'alto della terrazza si gode d'una vista maravigliosa e voi ci troverete tutte le sere una tazza di thè o una limonata ghiaccia a vostra scelta.
«Mio zio, che voi avete, non so come, affascinato; sarà felicissimo di stringervi la mano.
«È forse necessario aggiungere che la vostra serva ne sarà felice altrettanto; sebbene voi le abbiate mezzo sciupata una mano col vostro anello dicendole addio sul molo di Folkestone?»
Alicia W.
II.
Paolo d'Aspromonte, dopo essersi fatto servire da pranzo in camera sua, chiese una carrozza.
Ce ne sono sempre ferme intorno ai grandi alberghi; esse non aspettano che la fantasia dei viaggiatori: cosicchè il desiderio di Paolo fu subito soddisfatto.
I cavalli da piazza napoletani sono magri tanto da far sembrar Ronzinante sopracarico di grassezza: le loro teste secche, le loro costole visibili come cerchi di botte, le schiene salienti e sempre spellate sembrano implorare a titolo di beneficenza il coltello dello squarciatore, e ciò perchè il dar da mangiare alle bestie è considerato come una cura superflua dall'incuria meridionale: gli arnesi rotti per la massima parte dal tempo, sono sostituiti da corde, e quando il cocchiere ha raccolte le sue guide e fa schioccare la lingua per decidere la partenza, si crederebbe che i cavalli con la carrozza sieno per sparire in fumo come la carrozza di Cenerentola.
Niente affatto: le rozze si drizzano sulle gambe e, dopo qualche titubazione, prendono un galoppo che non lasciano più: il cocchiere comunica loro il suo ardore e lo spago che termina la sua frusta sa far splendere l’ultima scintilla di vita nascosta in quelle carcasse.
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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano 1910
pagine 113 |
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Folkestone Aspromonte Paolo Ronzinante Cenerentola
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