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      Esse sgambettano, agitano il capo, si danno delle arie briose, spalancano gli occhi, allargano le narici e sostengono un trotto che i rapidi cavalli inglesi eguaglierebbero con fatica.
      Come accade questo fenomeno e quale potenza fa correre, ventre a terra, bestie morte?
      Ecco ciò che non potremmo spiegare.
      Questo fenomeno si compie ogni giorno a Napoli e nessuno se ne meraviglia.
      La carrozza di Paolo d'Aspromonte correva traverso la folla compatta, radendo le botteghe degli acquajoli inghirlandate di limoni, le cucine di fritto o di maccheroni all'aria aperta, le distese di frutti di mare e d'altri barattoli disposti sulla pubblica via come le palle in un recinto d'artiglieria.
      A fatica i lazzaroni sdrajati lungo al muro, avvolti nelle loro giacche, si degnavano ritirare le loro gambe per salvarle dall'arrotamento delle carrozze; di tratto in tratto, un corricolo colle sue grandi ruote scarlatte passava pieno di balie, di facchini, di campagnuoli, a lato della carrozza di cui strusciava l'asse fra un nembo di polvere e di rumore.
      Ora i corricoli son proibiti; è proibito fabbricarne dei nuovi, ma si può sempre aggiungere una cassa nuova a ruote vecchie o delle ruote nuove a una vecchia cassa, mezzo ingegnoso che permette a questi bizzarri veicoli di durare un bel pezzo con piena soddisfazione degli amatori del color locale.
      Il nostro personaggio non prestava che una distratta attenzione a questo spettacolo animato e pittoresco che avrebbe certo assorbito un turista che non avesse trovato all'albergo di Roma una lettera al suo indirizzo, firmata Alicia W.


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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano
1910 pagine 113

   





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