Egli entrò al teatro di Pulcinella, dove si dava uno spettacolo tutto da ridere. L'attore si turbò nel bel mezzo della sua buffa improvvisazione e perse la parola; ciò nonostante si rimise: a metà del lazzo, però, il suo naso di cartone nero si staccò e non gli riuscì più a rimetterlo: allora, come per scusarsi, con un rapido segno egli spiegò la causa di tutte le sue sventure; perocchè lo sguardo di Paolo, fisso su lui, gli toglieva ogni suo mezzo.
Gli spettatori vicini a Paolo s'eclissarono a uno a uno: d'Aspromonte s'alzò per uscire, non rendendosi conto dell'effetto bizzarro ch'egli produceva, e nel corridojo egli sentiva pronunziare a voce bassa questa parola strana e vuota di senso per lui: un jettatore! un jettatore!
VI
Qualche giorno dopo aver spedito le corna, il conte Altavilla fece una visita a miss Ward.
La giovane inglese prendeva il thè in compagnia di suo zio, precisamente come se fosse stata a Ramsgate in una casa dai mattoni gialli e non a Napoli sur una terrazza imbiancata colla calce e circondata di fichi, di cactus, e d'aloe; poichè una delle caratteristiche della razza sassone è la persistenza delle proprie abitudini, per quanto contrarie esse siano al clima.
Il commodoro scintillava di gioja: per mezzo di pezzi di ghiaccio fabbricati chimicamente con un apparecchio poichè non si trae che della neve dalle montagne poste dietro Castellammare, egli era giunto a mantenere il suo burro allo stato solido ed egli ne stava stendendo una fetta con una visibile soddisfazione sopra un pezzo di pane tagliato a forma di sandwich.
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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano 1910
pagine 113 |
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