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      Esauriti quei vaghi modi di dire che precedono ogni genere di conversazione, e somigliano ai preludii coi quali i pianisti toccano il loro piano prima di incominciare il pezzo di musica, Alicia, lasciando d'un tratto questi luoghi comuni, si rivolse bruscamente al giovane Napoletano:
      - Che significa questo bizzarro regalo delle corna col quale avete accompagnato i vostri fiori? La mia serva Vincenza mi ha detto che ciò serviva come preservativo contro il fascino: ecco tutto quello che ho potuto ricavar da lei.
      - Vincenza ha ragione, rispose il conte d'Altavilla inchinandosi.
      - Ma che cos'è il fascino? prosegui la giovane miss; io non sono al corrente delle vostre superstizioni.... africane; poichè questo deve senza dubbio riferirsi a qualche credenza popolare.
      - Il fascino è l'influenza perniciosa che esercita la persona dotata, o piuttosto afflitta, dal mal occhio.
      - Io faccio le viste di capirvi, perchè voi non vi facciate un'idea sfavorevole della mia intelligenza se vi confessassi che il senso delle vostre parole mi sfugge, disse Alicia; voi mi spiegate l'incognito coll'incognito; mal occhio traduce molto male, per me, fascino; come il personaggio della commedia io so il latino, ma fate come se non lo sapessi.
      - Tenterò di spiegarmi con tutta la chiarezza possibile, rispose Altavilla; soltanto, nel vostro sdegno britannico, non vogliate prendermi per un selvaggio, nè chiedere a voi stessa se sotto i miei abiti si nasconde una pelle tatuata di rosso e di bleu. Io sono un uomo civilizzato; son stato educato a Parigi: parlo l'inglese e il francese. ho letto Voltaire; credo alle macchine a vapore, alle strade ferrate, alle due camere come Stendhal; mangio i maccheroni colla forchetta; porto la mattina, guanti di Svezia, il dopopranzo guanti di colore, la sera guanti paglia.


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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano
1910 pagine 113

   





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