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      Non siete venuto jeri sera, ed il vostro sorbetto di limone s'è fuso malinconicamente sulla tavola. Fino alle nove sono stata a orecchie tese, sperando distinguere il rumore delle ruote della vostra carrozza attraverso il canto ostinato dei grilli e lo scuotìo dei tamburelli: dopo quell'ora mi bisognò perdere ogni speranza ed ho liticato col commodoro. Ammirate come son giuste le donne! - Pulcinella col suo naso nero, don Limone e donna Pangrazia hanno dunque tanto allettamento per voi? perchè io so, per mezzo della mia polizia segreta, che voi avete passato la serata al San Carlino. Delle pretese lettere importanti, voi non ne avete scritta una. Perchè non confessare alla buona e con franchezza che siete geloso del conte Altavilla? Vi credeva più orgoglioso, e questa modestia da parte vostra mi commuove. Non abbiate alcun timore; il signor d'Altavilla è troppo bello e io non ho la passione degli Apolli coi gingilli. Io dovrei assumere verso voi un contegno pieno di sprezzo superbo e dirvi che non mi sono accorta della vostra assenza; ma la verità è che ho trovato il tempo lunghissimo e che c'è mancato poco non battessi Vincenza, la quale rideva come una pazza, non so perchè; ecco!»
      A. W.
     
      Questa lettera giuliva e canzonatrice riportò del tutto le idee di Paolo ai sentimenti della vita reale. Egli si vestì, ordinò di far avanzar la carrozza e ben presto il volterriano Scazziga fece fischiare la frusta incredula all'orecchie delle sue bestie, che si slanciarono al galoppo sul pavimento di lava, attraverso la folla sempre compatta sulla passeggiata di Santa Lucia.


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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano
1910 pagine 113

   





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