La vita scattava dai suoi occhi pieni di luce, si spandeva sulle sue gote fresche e simili a seta; un sangue ricco e puro correva nelle vene turchine sotto la sua pelle trasparente; si sentiva attraverso la sua bellezza una forza graziosa! Oh, come ha impallidito, come s'è cambiata, come è divenuta magra sotto il mio sguardo! Come le sue mani son diventate fini; e i suoi occhi così vivi come si son cinti di tristi penombre! Tanto da dire che la consunzione le posasse le dita ossute sulla spalla! Nella mia assenza, essa ha ripreso prestamente i suoi colori; il respiro corre libero nel petto che il medico interrogava con timore; libera della mia funesta influenza, essa vivrebbe a lungo, Non sono forse io che la uccido? L'altra sera, non ha ella provato, mentre io era là, una così acuta sofferenza che le sue gote si son scolorite come al soffio della morte? Non le dò io la jettatura senza volerlo? Ma pure, forse, tutto ciò è naturale: molte Inglesi hanno delle predisposizioni alle malattie di petto.
Tali pensieri occuparono Paolo nel cammino.
Allorchè egli si presentò sulla terrazza, soggiorno abituale di miss Ward e del commodoro, le immense corna dei bovi di Sicilia, dono del conte d'Altavilla, ripiegavano le loro punte nel luogo più in vista.
Vedendo che l'attenzione di Paolo era attirata da queste, il commodoro divenne bleu: era questo il suo modo d'arrossire; poichè, meno delicato di sua nipote, egli aveva ricevuto le confidenze di Vincenza.
Alicia, con un gesto di perfetto sdegno, fece segno alla serva di portar via le corna e fissò su Paolo il suo bell'occhio pieno d'amore, di coraggio e di fede.
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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano 1910
pagine 113 |
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