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      - Miss Ward, voi prendete gusto a calunniarvi, disse Paolo collo sguardo volto a terra.
      - Fareste meglio a confessarmi che sono spaventevole. Ed è colpa vostra, commodoro; colle vostre ali di pollo, le vostre costolette, i vostri filetti di bove, i vostri bicchierini di vino delle Canarie, le passeggiate a cavallo, i bagni di mare, gli esercizi ginnastici, voi m'avete creata questa fatale salute borghese che dissipa le poetiche illusioni del signor d'Aspromonte.
      - Voi tormentate il signor d'Aspromonte e vi fate gioco di me, disse il commodoro tirato in discorso; ma, certamente, il filetto di bove è ricco di sostanze e il vino delle Canarie non ha fatto mai male a nessuno.
      - Che delusione, mio povero Paolo! Lasciare una uri, un'elfa, una villi e ritrovare ciò che i medici e i parenti chiamano una ragazza di buona costituzione! Ma, ascoltatemi dunque; dal momento che non avete coraggio di guardarmi in faccia, e fremete d'orrore. Io peso sette oncie di più da quando sono partita d'Inghilterra!
      - Otto oncie! interruppe con orgoglio il commodoro, che curava Alicia come l'avrebbe potuto fare la madre più affezionata.
      - Sono proprio otto oncie! Terribile zio, voi volete dunque disincantare per sempre il signor d'Aspromonte? fece Alicia fingendo uno scoraggiamento canzonatore.
      Mentre la giovane lo provocava con tali civetterie, civetterie che non si sarebbe permessa senza un grave motivo; Paolo, in preda alla sua idea fissa e non volendo nuocere a miss Ward col suo sguardo fatale, fissava gli occhi alle corna preservative o li lasciava errare sull'immensa distesa azzurra che si scopriva dall'alto della terrazza.


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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano
1910 pagine 113

   





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