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      A questa luminosa serenità cacciò i neri pensieri di Paolo, Alicia s'appoggiò al braccio del giovane con un confidente abbandono, come se già fosse stata sua moglie. Con questa pura e muta carezza insignificante da parte di qualunque altra, decisiva da parte sua; essa gli si dava più formalmente ancora, rassicurandolo contro i suoi terrori e facendogli comprendere quanto poco la toccassero i danni de' quali la minacciavano. Sebbene avesse imposto silenzio a Vincenza prima, a suo zio poi, e sebbene Altavilla non avesse nominato alcuno, limitandosi a raccomandare il preservarsi d'una malvagia influenza, Alicia aveva prestamente capito che si trattava di Paolo: gli oscuri discorsi del bel napoletano non potevano alludere che al giovane francese.
      Essa aveva pur capito che Paolo, cedendo al pregiudizio così esteso in Napoli che fa un jettatore d'ogni uomo dalla fisionomia un po' singolare, si credeva, per una inconcepibile debolezza di spirito, tocco dal fascino e distornava da lei gli occhi suoi pieni d'amore, temendo di nuocerle con uno sguardo; per combattere questo cominciamento d'idea fissa, ell'aveva provocata la scena che abbiam descritto e il cui resultato fu contrario all'intenzione: imperocchè gettò sempre più Paolo nella sua fatale monomania.
      I due amanti ritornarono sulla terrazza, dove il commodoro continuando a subire 1'effetto della musica dormiva melodiosamente sul suo seggiolone di bambù. Paolo si congedò, e miss Ward parodiando il gesto d'addio napoletano, gli gettò un bacio colla punta delle dita dicendogli: - a domani, vero?


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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano
1910 pagine 113

   





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