Il suo blasone è forse macchiato da qualche onta segreta? Una giovane, appoggiata al suo braccio per entrar nel mondo, avrà ella d'arrossire o da piegare gli occhi?
- Paolo d'Aspromonte è un perfetto gentiluomo: non c'è nulla da dire sulla sua rispettabilità.
- Credetemi, zio; se uno di questi motivi esistesse, io rinunzierei subito a d'Aspromonte e mi seppellirei in qualche inaccessibile ritiro; ma nessun'altra ragione, intendete, nessun'altra mi farà mancare a una sacra promessa; disse miss Alicia con un tono di voce fermo e dolce.
Il commodoro girava i suoi pollici, movimento abituale in lui allorchè non sapeva che dire, e che gli serviva di contegno.
- Perchè mostrate voi ora tanta freddezza a Paolo? continuò miss Ward. Una volta avevate per lui tanta affezione: non potevate starne senza al nostro villino del Lincolnshire e gli dicevate, serrandogli la mano, in modo da fracassargli le dita, ch'era un degno giovane, al quale avreste ben volentieri confidato la felicità d'una fanciulla.
- Oh sì, certo, io l'amava questo buon Paolo, disse il commodoro commosso a questi ricordi evocati a proposito, ma ciò ch'è scuro nelle nebbie d'Inghilterra diventa chiaro al sole di Napoli...
- Che volete dire? fece Alicia con una voce tremante, mentre diveniva bianca come una statua d'alabastro sopra una tomba.
- Che il tuo Paolo è un jettatore!
- Come! voi! zio: voi, sir Joshua Ward, un gentiluomo, un cristiano, un suddito di sua Maestà Britannica, un antico officiale della marina inglese, un essere illuminato e civilizzato che lo si consulterebbe per qualunque cosa, voi che possedete istruzione e sapienza, che leggete ogni sera la Bibbia e il vangelo; voi non vi fate scrupolo d'accusar Paolo di jettatura!
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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano 1910
pagine 113 |
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