Una tenerezza mista a terrore faceva palpitare Alicia. Voleva tendere le braccia all'ombra, ma le braccia, pesanti come marmo, non potevano staccarsi dal letto su cui giacevano. Tentava parlare, ma la lingua non balbettava che parole confuse.
Nancy, dopo aver posta la rosa sulla comodina, s'inginocchiò presso il letto e mise il capo contro il petto d'Alicia, ascoltando il soffio dei polmoni, contando i battiti del cuore: la gola fredda dell'ombra cagionava alla giovane atterrita da questa silenziosa ascoltazione, il senso d'un pezzo di ghiaccio.
L'apparizione si rialzò, gettò uno sguardo dolente sulla giovane e contando le foglie della rosa, disse: - non ce n'è più che una.
Poi il sonno aveva frapposto il suo velo nero fra l'ombra e la dormente, e tutto s'era confuso nella notte.
L'anima di sua madre veniva dunque ad avvertirla e a cercarla? Che significava questa frase misteriosa dell'ombra: - non ce n'è più che una? - Quella pallida rosa sfogliata era forse il simbolo della sua vita? Questo strano sogno coi suoi terrori graziosi e la sua dolcezza spaventevole, questo spettro gentile avvolto di bianco che contava i petali del fiore, preoccupava l'imaginazione della giovane; una nube di malinconia le copriva la fronte ed indefinibili presentimenti la sfioravano colle loro nere ali.
L'ora della visita di Paolo s'avvicinava. Miss Ward fece uno sforzo su sè stessa, rasserenò il suo volto, avvolse colle dita le buccole dei suoi capelli, accomodò le pieghe della sua sciarpa e riprese il libro per darsi un contegno.
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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano 1910
pagine 113 |
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Alicia Alicia Paolo Ward
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