- Sì, diceva fra sè, questo Napoletano, questo bel conte ch'ella sdegna, è veramente innamorato. La sua passione fa vergogna alla mia: per salvare Alicia, egli non ha paura d'attaccarmi; attacca me, un jettatore, vale a dire nelle sue idee, un essere così temibile quanto un demonio. Parlandomi, egli giuocava coi suoi amuleti e lo sguardo di questo duellista celebre si abbassava davanti al mio.
Rientrato all'albergo, Paolo scrisse qualche lettera, fece un testamento col quale lasciava ad Alicia tutto cìò che aveva, salvo un legato a favore di Paddy; e prese tutte le disposizioni indispensabili ad un galantuomo che l'indomani deve avere un duello a morte.
Aprì le cassette delle sue armi, cercò fra i compartimenti di seta verde ove stavano spade, pistole e coltelli da caccia; e trovò alla fine due stiletti côrsi perfettamente uguali, che aveva comprato per farne regali ad amici.
Erano due lame di puro acciajo, spesse presso il manico, affilate ai due lati, damaschinate, curiosamente terribili e montate con cura.
Scelse inoltre tre fazzoletti e fece un pacco di tutto.
Poi prevenne Scazziga di trovarsi pronto all'alba per un'escursione in campagna.
- Oh, disse gettandosi bell'e vestito sul letto, Dio faccia che questo duello mi sia fatale! Se avessi la fortuna di essere ucciso, Alicia vivrebbe.
XIII.
Pompei, la città morta, non si sveglia al mattino come le città viventi, e sebbene abbia sollevato a mezzo il lenzuolo di cenere che la copriva da tanti secoli, pure anche quando la notte si nasconde, essa rimane addormentata nel suo letto funebre.
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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano 1910
pagine 113 |
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