Pieno d'orrore, Paolo calò la benda che gli copriva gli occhi e vide il conte Altavilla pallido, immobile, disteso sul dorso e colla camicia macchiata vicino al cuore d'una larga piastra rossa.
Il bel Napoletano era morto!
Paolo pose sul petto del conte il biglietto che attestava la lealtà del duello ed uscì dai bagni più pallido alla luce del sole che non lo fosse sotto la luna lo scellerato che Prud'hon fa perseguitare dalle Erinni vendicatrici.
XIV.
Circa le due dopo mezzogiorno, una banda di turisti inglesi, guidati da un cicerone, visitava le ruine di Pompei: la piccola truppa, composta del padre, della madre, di tre ragazze, di due bimbi e d'un cugino, aveva già percorso con occhio glauco e freddo, dove si leggeva quella profonda noja che caratterizza la razza britannica l'anfiteatro, il teatro tragico e quello di canto, il quartier militare, il foro, la basilica, i templi di Venere e di Giove, il Pantheon e le botteghe che lo attorniano. Tutti seguivano silenziosi nel loro Murray le spiegazioni prolisse del cicerone e gettavano appena uno sguardo su le colonne i frammenti di statue, i musaici, gli affreschi, le inscrizioni.
Arrivarono alla fine ai bagni antichi, scoperti nel 1824, come faceva osservar la guida.
- Qui c'erano le stufe, là il forno per scaldar l'acqua, più lontano la sala a media temperatura.
Questi dettagli dati in dialetto napoletano misto a qualche desinenza inglese sembravano interessar mediocremente i visitatori, che già facevano un voltafaccia, allorchè miss Ethelwina, la più vecchia delle signorine, fece due passi indietro e con un'aria atterrita gridò:
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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano 1910
pagine 113 |
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