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      La folgore non sa d'uccidere; io, uomo, creatura intelligente, non ho forse un severo dovere da compiere con me stesso? debbo citarmi al mio proprio tribunale e interrogarmi. Posso io rimanere su questa terra dove non cagiono che mali? Dio mi condannerebbe forse se m'uccidessi per amor dei miei simili? Questione terribile che non oso risolvere. Ma se m'ingannassi? per tutta l'eternità, sarei privo della vista d'Alicia che allora solo potrei guardare senza nuocerle, perchè gli occhi dell'anima non hanno il fascino! Oh non voglio questo!
      Una rapida idea attraversò il cervello dell'infelice jettatore che interruppe il suo interno monologo.
      I suoi lineamenti si rischiararono, la serenità immutabile che segue le grandi risoluzioni scacciò le rughe dalla sua pallida fronte: egli aveva preso una suprema decisione.
      - Siate condannati, o miei occhi, poichè voi siete assassini; ma prima di chiudervi per sempre, saturatevi di luce, contemplate il sole, il cielo azzurro, il mare immenso, le catene azzurre delle montagne, gli alberi verdi, gli orizzonti infiniti, le colonne dei palazzi, le capanne dei pescatori, le isole lontane del golfo, le vele che radono il mare, il Vesuvio; tutto; guardate per ricordarvene, tutti questi aspetti inebrianti che non vedrete più; studiate ogni forma e ogni colore; datevi un'ultima festa. Per oggi, funesti o no, voi potete fermarvi su tutto; inebriatevi dello splendido spettacolo della creazione! Via, andate, guardate! Il sipario sta per cadere fra voi e la scena dell'universo!


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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano
1910 pagine 113

   





Alicia Vesuvio