A tale epoca incominciarono a perfezionarsi mirabilmente le lingue in Europa, e col loro avanzamento la Musica eziandio fece sempre più maggiori progressi. La Nazione italiana conservò sopra tutti gli altri popoli dell'Europa più soavità nel parlare, e conseguentemente più disposizione per il canto; mentre è fuor di dubbio che quanto più una lingua è feconda di vocali, ella è altrettanto più suscettibile del canto musicale. Fra tutte le lingue europee è solo l'italiana, che abbia sempre le sue desinenze in vocali, e che sia di queste più abbondante: quindi la più soave, la più armoniosa e la più propria alla musicale espressione. Un cantore italiano infatti, dotato dei necessarj requisiti dell'arte, è capace di rapire gli uditori assai più che qualunque valente musico di qualsivoglia altra nazione. Di tanto ne fa piena fede la maniera con cui ognora vengono accolti i buoni musicali drammi, che dagl'Italiani stessi si rappresentano in Inghilterra, in Germania, in Russia ed in altre non poche straniere province, ove dalle persone colte non meno che da quelle, che nulla intendono di nostra lingua, a questi di buon grado si dà sopra ogn'altro la preferenza.
Che la nostra Musica in Italia avesse la sua culla, e quivi più che in ogni altra regione d'Europa si coltivasse, e con gloria vi stabilisse la sua sede, da alcuno giammai potrassi rivocare in dubbio. Illustri e chiari esempi comproveranno ognora una tal verità. Il nostro italiano Guido d'Arezzo monaco di S. Benedetto fu quegli appunto, che pose i primi fondamenti del nostro musicale sistema.
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