Nel secolo XVII divenne la nostra Musica certamente più adulta. Fra i più sublimi artisti, che la storia a tale epoca primieramente ci offre, veggiamo oltre modo distinto il compositore Giacomo Carissimi maestro del Vaticano e del Collegio di Roma: ed esso infatti fu quegli che condusse alla sua maggior perfezione il recitativo inventato dal Peri, e che riuscì sorprendentemente a dare un movimento più variato al basso, che sino allora erasi praticato con una soverchia uniformità. Questo movimento del basso fu ben tosto in particolar maniera distinto del celebre maestro Lodovico Viadana di Lodi8, il quale più giudiciosamente lo mise in uso col nome di Basso continuo.
L'opera istruttiva ed elementare di musica, intitolata: Della Musica pratica vocale e strumentale, che il maestro Scipione Geretto di Napoli pubblicò in questa sua patria nel 1601, e le altre dello stesso tenore, che il P. Adriano Banchieri bolognese monaco olivetano pubblicò in Bologna nel 1609, ed in Venezia nel 1610, e nel 1613, non meno che quella che il maestro del duomo di Verona Stefano Bernardi nel 1615, pubblicò in tale città col titolo di Porta Musicale, riuscirono assai opportune e vantaggiose pe' rapidi avanzamenti della Musica. Illustrato infatti da simili teorie il ferrarese Girolamo Frescobaldi9, organista rinomatissimo della chiesa del Vaticano in Roma, introdusse tosto una nuova maniera di sonare l'organo, che ben a ragione fu riputata la più propria e la più perfetta. Questa consisteva nel legare e sostenere i varj suoni, nel proporre ed alternare alcuni soggetti d'imitazione, nel far intendere in somma quello stile che in oggi ancora si chiama legato e fugato, e di cui egli, come abbastanza è noto, fu il primo a praticarlo nell'organo con tanto successo.
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