Fu allora in somma che la Musica italiana ha rinovata quella grande e maravigliosa espressione, che per tanti secoli dopo i Greci non si era mai più intesa.
Moltiplicati gli eccellenti modelli dell'Arte, e giunte le regole alla indicata perfezione, varj altri Studiosi della composizione, dotati di genio e di talento, dalla indicata gloriosa epoca sino a noi, hanno saputo farne ancora un buono e lodevole uso. Ma a fronte di tali giudiziosi Compositori, altri ben diversi Professori in gran nume risorsero pur anco negli ultimi indicati tempi in quasi tutte le principali città della nostra Italia; i quali, o per incontrare il genio del volgo o per ignoranza tradirono la loro professione, segnatamente nel genere ecclesiastico, coll'introdurre nel Santuario tanti e ben diversi musicali pezzi che, oltre ad essere mancanti nella massima parte del proprio carattere della Musica da chiesa, si riconoscono privi altresì della conveniente espressione e del loro giusto significato: musicali pezzi in vero, che più allo stile profano s'accostano che al sacro.
Questo è il motivo, per cui la nostra Musica da chiesa in generale non si riconosce giunta ancora alla desiderata perfezione. Motivo, per cui l'Italia, quanto viene lodata dalle straniere nazioni pel buon gusto e pel raffinamento dell'arte nella Musica Teatrale, altrettanto viene biasimata pel cattivo uso, che ne fa entro il Tempio di Dio. Motivo ancora, che fece dire alle stesse straniere nazioni, che tanti compositori di Musica da chiesa hanno rovinata l'arte cui professano, e che tal Musica ecclesiastica sia in gran decadenza nella nostra Italia.
| |
Musica Greci Arte Studiosi Compositori Professori Italia Santuario Musica Musica Italia Musica Teatrale Tempio Dio Musica Musica Italia
|