L'attuale nostra Musica Italiana essenzialmente considerata nelle regole della composizione e della esecuzione, in particolar modo unita alla qualità de' più scelti strumenti tutt'ora in uso per la medesima, ella è dunque di somma perfezione. Chè, se in diverse composizioni, segnatemente in quelle da chiesa, veggonsi bene spesso degl'inconvenienti, non è che l'Arte manchi dei mezzi, sono alcuni artisti, che gl'ignorano, o non vogliono usarli; mentre un uso cattivo d'un'arte perfetta non potrà giammai provare ch'essa sia imperfetta.
Abbiamo poi in oggi una ben fondata speranza di credere che questa bell'Arte non solo non possa venir meno, ma che piuttosto debba in progresso vie più risplendere a maggior gloria della nostra Italia: imperciocchè, sebbene in questi ultimi tempi i tre Conservatorj di Napoli siano stati ridotti ad un solo real Collegio di Musica55, e degli antichi quattro Conservatorj di Venezia non rimanga in oggi che quello dell'Ospedale della pietà56, nulla di meno i varj Licej di recente stabiliti nelle principali città d'Italia, ai quali presiedono eccellenti maestri, e segnatamente il nuovo real Conservatorio di Milano, l'Istituto musicale di Bergamo, e l'Accademia Italiana (la quale, già ho accennata nella prefazione di quest'opera), in oggi Società Italiana di scienze, lettere ed arti, promettono alla bell'arte un esito il più felice, ed il più fortunato. Di questi ultimi tre stabilimenti non sarà fuor di proposito il dar qui una più estesa relazione.
Real Conservatorio di Milano
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