Passò colla mezza Brigata suddetta a Genova sul finire del 1802; e di là passarono tutti quanti all'isola di s. Domingo. Dopo 63 giorni, di viaggio per mare, sotto il comando del Generale in capo Rochambeau dovettero arrendersi al gran de Salines. Fatta la capitolazione si diede gran ballo e gran musica. Fu pregato il Fortunati di sonare un concerto d'oboè; suonato il quale con ammirazione di tutti, il de Salines lo chiamò a sè, e dopo avanzatigli molti graziosi complimenti, gli disse: che non voleva mandarlo alla Giammaica col restante dell'ufficialità, ma che lo voleva presso di sè, e che lo adottava per figlio, nominandolo Comandante Generale di tutte le musiche militari dei reggimenti mori con 3oo zecchini di stipendio ogni mese; e conviveva col de Salines più come amico, che come suddito e vassallo.
Tenne presso di sè un bravo Clarinetto italiano, un eccellente Corno da caccia romagnolo, e due bravissimi Pifferi, uno svizzero e l'altro piemontese, e con questi faceva ammaestrare quei negri, che riescivano bene assai. Il de Salines si valeva di esso moltissimo in diverse cose, perchè sapeva bene le lingue tedesche, inglese, francese, italiana, latina, polacca ed americana; mangiava seco, e non poteva sperare nè desiderare una sorte migliore. Dopo la morte di de Salines s'ignora che cosa sia avvenuto di questo virtuoso filarmonico; ma si pretende, e si vuole con qualche fondamento, ch'egli trovisi attualmente a Londra, figurando da signore, amato e stimato assaissimo da tutti.
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