E siccome in allora non v'era soggetto che succedesse al P. Martini nella cappella della propria chiesa conventuale; così l'accorto maestro gli fece parlare dal superiore, e sentire se avesse voluto studiare la Musica. A questa dimanda l'obbediente giovane rispose che avrebbe fatto la volontà del superiore; e da quel momento, trovandosi in età d'anni 16 e mesi 9, si dedicò allo studio del cembalo e dell'organo sotto l'ottima direzione del valoroso P. M. Martini. In breve tempo divenne capace di accompagnare sull'organo nella propria chiesa, in cui v'era cappella quotidiana; quindi si mise a studiare con tutto l'impegno il contrappunto.
In età d'anni 24 avea egli già prodotto un numero considerabile di messe, vespri, graduali ed altri pezzi per uso della propria chiesa, i quali dal suo dottissimo maestro furono pienamente approvati. Oltre alla buona pratica dell'Arte, si studiò di mano in mano di acquistare le più profonde musicali teorie, delle quali in pochi anni giunse in pieno possesso. Quando poi il prelodato suo maestro pieno di acciacchi non potè più assisterlo; cominciò a formare da sè stesso un nuovo stile, a fare altri finali fuori dell'usato con motivi sciolti e gai e mai sempre condotti con buon ordine e giudizio.
Nel 1784, defunto il P. Martini, entrò egli nel posto di maestro di cappella della sua chiesa di s. Francesco, non meno che in quello di capo precettore di contrappunto della rinomatissima Scuola di Bologna. Egli è in oggi, a vero dire, il più profondo, il più sapiente compositore nello stile fugato: anzi questo genere scientifico di contrappunto, tutto da lui riconosce il più alto grado di perfezione, a cui in questi ultimi tempi è giunto.
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