Dotato dalla natura d'un genio straordinario per la bell'Arte venne affidato nella sua più tenera età per le prime musicali istruzioni al maestro di violino sig. Giovanni Servetto; quindi passò sotto l'ottima direzione del bravo sig. Giacomo Costa primo Violino delle funzioni ecclesiastiche in Genova. Trasportato poi il giovine Paganini dal più vivo desiderio di apprendere in tutta la sua estensione la buona e vera pratica del violino si diresse dal celebre sig. Alessandro Rolla, sotto di cui ebbe campo di soddisfare non poco alle sue brame. Ma qualunque più insigne maestro di Europa non poteva certamente condurlo a quel grado sublime, a cui la stessa sua natura lo guidò. Si occupò da per sè ad uno studio il più tenace sopra il suddetto strumento, e giunse a rendersi inimitabile ed immortale.
Di questo virtuoso filarmonico non basta il dire che ha una grande facilità di cavare dal suo strumento i suoni i più armoniosi; ch'egli è oltre modo istrutto nel suo strumento e sapiente compositore; che eseguisce le cose le più difficili d’ogni autore di qualsivoglia nazione con un gusto il più squisito; ma bisogna dire ancora, che, accolto da S. A. I. la Principessa Elisa al suo servigio in Lucca in qualità di virtuoso di camera, ebbe il coraggio una sera di sonare e dirigere nel teatro di quella città un'intera Opera col violino armato di due sole corde, la quarta cioè, e la terza.
Passata la suddetta Principessa a Firenze in qualità di Granduchessa di Toscana, il Paganini la seguì; e dimorò qualche tempo in quella capitale, dove fu ognora l'oggetto della più grande ammirazione e sorpresa, come pure lo fu in quelle altre principali città d'Italia, nelle quali si compiacque di farsi intendere.
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