Ma allora erano pochi i maestri, e non si formavano, che previo un lungo ed indefesso studio. A quest'arte inoltre non si applicavano che coloro soltanto i quali possedevano già una buona logica, ed erano pur anco dotati di genio e di talento. In oggi al contrario si danno alla medesima persone d'ogni genere, le quali nel maggior numero mancano di erudizione e di avvedutezza; e tosto che in essa si trovano capaci di eseguire appena qualche parte di musica vocale od istrumentale, si accingono per la stessa a far da maestro, nulla curando il principal fondamento di quell'arte che intendono di professare. Disse pur bene a questo proposito chi disse già, che se si lasciasse in libertà di chiunque l'esercizio dell'architetto, come si permette quello del maestro di musica, omai noi tutti saremmo sepolti nelle rovine delle nostre case.
E a dir vero incominciando dai primi indizj della pratica, si veggono degli esempi, e si sentono delle spiegazioni dai suddetti superficiali maestri, che muovono a pietà, non che al riso i veri maestri dell'arte. Alcune voci del nostro italiano musicale alfabeto vengono da essi confuse, e così chiamano B fa be mi quella voce che serve per indicare il suono naturale B mi, come se il B fa ed il B mi non fossero che un solo stesso suono quando in realtà queste due voci ci rappresentano due diversi suoni fra di loro distanti un semituono. La voce F fa ut chi la chiama Fe fa ut, e chi Fa fa ut, quasi che il Fe od il doppio Fa si dovesse ritrovare nell'italiano solfeggio.
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