6.° I diversi segni dei tempi pari, e dispari che s'impiegano alla chiave per indicare una data specie di battuta da osservarsi in un dato pezzo di musica. I tempi pari dividono la battuta in parti eguali tanto in battere, che in levare; i dispari la dividono in due terzi in battere ed un terzo in levare.
7.° Il giusto significato dei varj gradi di movimento che servono a condurre i diversi pezzi di musica con maggiore, o minore celerità o lentezza, indipendentemente dal valore intrinsico delle note.
8.° La distinzione delle terzine per que' tempi ne'quali esse hanno luogo direttamente, non meno che per quelli in cui vi hanno luogo indirettamente. Nel primo caso qualsivoglia terzina occupa realmente un tempo della battuta che richiede il valore di tutte le tre note che la formano; e nel secondo caso la terzina occupa un tempo, il cui valore sarebbe compito eziandio con due sole note di quelle che compongono la stessa terzina.
9.° I segni stabiliti per distinguere il termine d'una battuta dal principio d'un'altra; per indicare una fermata arbitraria, ossia un punto di riposo, od anche una data cadenza; per accennare nel fine d'una riga di musica, che si lascia, la guida della nota che trovasi al principio della riga seguente; per far conoscere la breve ripresa, il ritornello, il segno finale, il trillo, il mordente, il gruppetto, le appoggiature, le acciaccature ed il trasporto d'un dato passo all’'ottava alta: i segni stabiliti, io dico, per indicare le abbreviazioni delle minime, e delle semiminime divise in crome, o in semicrome, od in biscrome, non meno che le abbreviazioni per le repliche continuate d'uno stesso passo; e que' segni finalmente con cui s'indicano i moderni accenti della musica, il piano cioè, il pianissimo, il crescente, il forte, il fortissimo, lo sforzato, lo strisciato, la messa di voce, la sincope, la legatura, la punteggiatura ecc.
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