A questo preciso scopo pertanto esporrò qui alcune teorie, che per la loro chiarezza, semplicità e giusta relazione che hanno colla buona pratica, non possono che riuscire utilissime a facilitare i primi musicali erudimenti non solo, ma eziandio tutto il bramato esercizio di quest'arte nel suo maggior progresso.
Tosto che un principiante con giusto e chiaro metodo ha appreso a leggere la musica ed a conoscere pienamente i musicali caratteri, mentre gli si scopre la relazione dei diversi suoni per la giusta maniera di renderli o colla propria voce per l'esercizio del canto, o con un dato strumento per la pratica del medesimo, gli si deve spiegare a un tempo stesso il sistema fondamentale della nostra musica, e di mano in mano tutto quanto allo stesso principalmente si riferisce. Questo in altro non consiste che in una serie di varj suoni, l'uno più acuto dell'altro, disposti in ordine progressivo a formare una scala naturale e diatonica, od una scala cromatica in una o più ottave, giusta la maggiore o minore estensione delle voci e degli strumenti.
La scala naturale e diatonica è quella che si forma coll'ascendere per gradi congiunti, ossia dall'uno all'altro più vicino suono naturale, incominciando dal C sol fa ut più grave sino al C sol fa ut più acuto, che può rendere la propria voce, o il dato strumento di cui s'intende far uso. Anche, in una sola ottava si può stabilire una tale scala, cioè col far passaggio soltanto da un termine all'altro della medesima con quella successione di suoni naturali che si nominano colle seguenti voci: C sol fa ut, D la sol re, E la mi, F fa ut, G sol re ut, A la mi re, B mi, C sol fa ut.
| |
|