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      In simil guisa il tuono di E la mi minore, quinta di A la mi re, avrà un diesis in chiave al F fa ut, perchè è il derivato da G sol re ut maggiore; quello di D la sol re minore, quarta del suddetto, A la mi re avrà un bimolle in chiave al B mi, perchè è il derivato da F fa ut maggiore. Così del pari eziandio s'intenda per gli altri tuoni minori sì per diesis, che per bimolle, de' quali volendo estendere la suddetta progressione sin dove può giugner la pratica de' medesimi, si troverà per ultimo, nei tuoni per diesis, quello di A la mi re diesis minore con sette diesis alla chiave, derivato da C sol fa ut diesis maggiore; ed al termine di quelli per bimolle si avrà finalmente il tuono di A la fa minore con sette bimolli per essere il derivato di C la fa.
      Questi ultimi due tuoni minori però con tal numero di accidenti alla chiave non si usano giammai come tuoni principali onde costruire un buon pezzo di musica, ed invece del tuono di A la mi re diesis minore, con sette diesis armato, quello piuttosto si pratica di B fa minore derivato da D la fa maggiore, il quale non ha che cinque bimolli in chiave, e risulta poi lo stesso. Parimente in vece del tuono di A la fa minore con sette bimolli, quello si usa di G sol re ut diesis minore derivato da B mi maggiore, il quale, non ammette che cinque diesis; e con esso pure il medesimo effetto si ottiene. Tanto chiaramente si osserva nel cembalo e nell'organo, dove appunto si trova che il tasto A la mi re diesis è quello stesso tasto che serve pel B fa; ed il tasto A la fa è lo stesso che il G sol re ut diesi.


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Nuova teoria di musica ricavata dall'odierna pratica
ossia Metodo sicuro e facile in pratica per ben apprendere la musica
di Carlo Gervasoni
Stamperia Blanchon Parma
1812 pagine 345