La pratica però degli strumenti stabili, come il cembalo, l'organo ecc., non esige a dir vero un orecchio tanto fino ed attento, quanto più particolarmente si ricerca in quella degli strumenti mobili, siccome il violino, la viola, il violoncello, il contrabbasso, il flauto, l'oboè, il clarinetto, il corno da caccia ecc.; mentre negli strumenti stabili si eseguiscono meccanicamente i suoni già fissati dall'accordatore; ma negli strumenti mobili debbonsi i diversi suoni dal suonatore medesimo crear sul fatto. Una dote indispensabile poi pel buon uso degli strumenti da fiato ella è quella ancora d'una felice imboccatura, senza di cui non è possibile di cavare da questi strumenti un suono giusto e piacevole.
Il primo studio per qualsiasi strumento, che si voglia apprendere, egli è quello di ben intendere ed assicurare la lettura de' musicali caratteri, onde farne di essi all'uopo la conveniente applicazione76; quindi convien riconoscere tatti que' suoni naturali della scala diatonica, che può rendere il dato strumento di cui si vuol far uso; e questi medesimi esercitare nella sua propria naturale successione tanto in ascendere, che in discendere, rimarcando attentamente la somiglianza di tali suoni in ogni ottava, per cui servono d'indizio le sole prime sette lettere dell'alfabeto; e distinguendo altresì gl'intervalli de' tuoni interi ed il luogo preciso dei due semituoni dell'ottava. Questo esercizio deve continuarsi sopra il dato strumento sino a tanto che siasi in istato di rendere nello stesso tutti i gradi della scala diatonica con buon ordine e con una discreta facilità. Illuminato poi l'allievo dal metodo teorico esposto nel Cap.
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