Rientra qui Uberto colla replica di cinque battute del motivo del suo primo canto dell'Allegro giusto espresso colle parole: Dopo tant'anni e tanti, che spesi in duolo e pianti, a cui tosto risponde Agnese: Ei per tant'anni e tanti versò querele e pianti. Si osservi in questa risposta di Agnese la bellissima imitazione alla seconda, riguardo all'antecedente periodo di Uberto, in cui la modulazione appartiene principalmente al tuono di F fa ut maggiore, e soltanto nella chiusa dello stesso periodo si passa a quello di G sol re ut minore, nel qual tuono poi si pratica la suddetta imitazione. Si rifletta eziandio alla forza che questo tuono minore aggiugne all'espressione della parola ed all'artifizio di questo giro di modulazione. Prosiegue Agnese il suo canto, ed Uberto vi si unisce colle parole: Dopo tant'anni provo tranquillità. Questo canto di Uberto incomincia sopra la quinta del tuono di G sol re ut minore, e dopo tre salti di terza in discendere ferma la parola anni sopra un tritono, mentre Agnese sostiene il progresso della sua melodia; quindi con una elegante cadenza composta si conducono le parti al tuono principale del pezzo.
Espressi con varie alternazioni, con varj tratti a due e varie riprese i diversi sentimenti di Uberto e di Agnese, con cui si è pienamente rinforzata l'espressione della parola, si chiude finalmente questo bellissimo pezzo con un canto a due, in cui Agnese dice: Ed io crudele origine fui d'infelicità, ed Uberto: Sento che a quell'aspetto provo tranquillità. Sebbene questi due sentimenti non siano fra loro uniformi, pure conviene benissimo nella chiusa d'un duetto di formarne un insieme; giacchè si suppone, e non senza fondamento, che le diverse commozioni dell'animo agitato, dopo di aver dato luogo ai varj dialoghi, debbano finalmente scorrere in una sola volta; e così si vede praticato da tutti i migliori compositori.
| |
Uberto Agnese Agnese Uberto Agnese Uberto Uberto Agnese Uberto Agnese Agnese Uberto Sento
|