I sette primi secoli furono una rapida successione di trionfi; ma era riservato ad Augusto di abbandonare l'ambizioso disegno di soggiogare tutta la Terra, e introdurre nei pubblici Consigli uno spirito di moderazione. Egli, e per temperamento e per le circostanze, inclinato alla pace, facilmente conobbe, che Roma in quello stato di elevazione avea molto più da temer che da sperare per l'evento dell'armi; e che nella continuazione di guerre remote, l'impresa diveniva ogni dì più difficile, più incerto l'esito, il possesso più precario e men vantaggioso. L'esperienza di Augusto aggiunse peso a queste savie riflessioni, ed efficacemente il convinse, che col prudente vigor dei consigli, agevole gli riuscirebbe ottenere ogni concessione cui la salvezza o la dignità di Roma potesse richiedere dai più formidabili Barbari. Invece di espor se e le sue legioni ai dardi dei Parti, egli ottenne con un trattato onorifico la restituzione delle insegne e dei prigionieri stati già presi nella disfatta di Crasso(16).
Nel principio del suo regno tentarono i suoi Generali di soggiogare l'Etiopia e l'Arabia Felice. S'innoltrarono essi per mille miglia verso la parte meridionale del Tropico; ma l'eccessivo calore del clima ben tosto respinse questi invasori, e difese i pacifici abitatori di quelle separate contrade(17). Le regioni settentrionali dell'Europa meritavano appena la spesa e la fatica di conquistarle. Le foreste e le paludi della Germania erano popolate da una moltitudine di uomini barbari e coraggiosi, che disprezzavano una vita, a cui la libertà non fosse compagna; e sebbene nel primo assalto parvero cedere al peso della potenza romana, ben presto con un atto segnalato di disperazione riacquistarono la loro indipendenza, e rammentarono ad Augusto le vicende della fortuna(18).
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